Di tutto un pò…

Reggio Emilia è la più social d’Italia

L’Emilia Romagna è la regione più social d’Italia, e Reggio Emilia la città che nel 2018 condivide con la regione questo primato per numero di canali attivi. Scalzata Torino, in testa nel 2017, Reggio Emilia quest’anno condivide il podio insieme ad altre due città emiliane, Bologna e Ferrara, rispettivamente, in seconda e terza posizione.

È quanto emerge dall’indagine di FPA, società del gruppo Digital360, sulla presenza, l’uso e la performance sui social network di 107 Comuni capoluogo di provincia. Ed è anche uno dei 100 indicatori contenuti nel Rapporto ICity Rate 2018, che verrà presentato il 17 ottobre a Firenze nel corso della manifestazione ICity Lab, insieme alla classifica delle città più smart e sostenibili d’Italia.

I numeri e i social di Reggio Emilia

 

“Siamo il Comune con il maggior numero di canali attivi e con un crescente numero di interazioni Questo significa che utilizziamo i social network non solo per informare e comunicare scelte, progetti, realizzazioni, servizi del Comune – commenta l’assessore all’Agenda digitale Valeria Montanari – ma anche per coinvolgere, interagire e dialogare con i nostri cittadini”.

L’Amministrazione Comunale ha esordito su Facebook nel 2009 e il profilo istituzionale a settembre 2018 conta, 32.986 “like”, mentre su Twitter (@ComuneRE) è presente dal 2011 e a oggi conta 9.551 follower. Su Instagram l’apertura del profilo @comunedireggioemilia è datata invece 2013 (a oggi 8.744 follower).

Telegram è il social più recente per l’Amministrazione, che nel 2016, ha sviluppato con una start up del territorio un bot (@ComuneREbot) al quale oggi si contano 1.866 cittadini iscritti, riporta la Gazzetta di Reggio.

Le più seguite sono Roma, Milano e Torino

A livello di follower, tuttavia, sono Roma, Milano e Torino a raccogliere più seguaci in assoluto su Facebook e Twitter. In base all’indagine di Fpa, Firenze spicca però per il numero di seguaci in rapporto al numero di abitanti. E il capoluogo della Toscana su Twitter è seguito da circa un quarto della popolazione (24,6%). Su Facebook invece Verbania, Crotone e Pesaro vantano un seguito, rispettivamente, del 41,5%, 36,9% e 34,5%, mentre Napoli, Cesena e Monza sono le città più attive su YouTube nell’ultimo anno, riferisce Ansa.

Il più amato è ancora Facebook

In generale il social più amato dalle città è ancora Facebook, scelto come canale di comunicazione da 82 comuni capoluogo (tre in meno rispetto al 2017). Seguono Twitter con 79 città presenti (73 lo scorso anno), YouTube con 71 (67 nella precedente rilevazione) e Instagram con 26, in crescita rispetto ai 21 del 2017.

Stabile, invece, l’uso di Google+ (15), mentre cala la presenza delle città su Flickr (da 15 a 13) e su Pinterest (da 5 a 4).

Ci sono poi alcuni comuni che hanno sperimentato canali inediti, come WhatsApp (Reggio Emilia, Bologna, Rimini, Siracusa e Ancona) e LinkedIn (Roma Capitale e Pavia).

Reggio Emilia è la più social d’Italia Leggi tutto »

Gli italiani tornano a fare le vacanze? Pare di sì, e pure a settembre

L’estate 218 sembra essere propizia per il ritorno degli italiani alla (bella) pratica delle vacanze. Lo rivela Federalberghi, la Federazione delle associazioni italiane Alberghi e Turismo, che ha previsto che da giugno a settembre saranno 34,5 i nostri connazionali in viaggio, pari al 57% della popolazione. Nel complesso, l’incremento rispetto all’estate 2017 è pari al +0,5%. Bene anche il giro d’affari del comparto, previsto a 24,1 miliardi di euro.

Italiani in Italia

“Siamo un popolo che ama viaggiare nel suo Paese: questo sembrerebbe dimostrare la fotografia del movimento turistico degli italiani per l’estate 2018. La nostra indagine rivela che è aumentato il numero dei connazionali che faranno la loro vacanza principale in Italia: l’80,2% resterà nel Belpaese contro il 78,6% dello scorso anno” dice il presidente della federazione Bernabò Bocca. Come di consueto, per coloro che resteranno in Italia il mare si conferma la meta preferita dagli italiani per le vacanze estive, accogliendo il 67% dei viaggiatori. Seguono la montagna con il 9,5% delle preferenze, le località d’arte maggiori e minori con il 7,3%. Buona la performance delle località termali (4,5%) e dei laghi (3,5%). La durata media della vacanza si attesta a 10 giorni.

Capitali europee le preferite all’estero

Il 19,3% dei connazionali che si recherà oltre confine visiterà soprattutto le grandi capitali europee (49,5%) e le località marine (stabili al 17,5%).

Il giro d’affari

La spesa media complessiva stimata per le vacanze estive (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) risulta in crescita rispetto allo scorso anno, attestandosi sugli 911 euro contro gli 838 euro del 2017. Il giro d’affari complessivo è di 24,1 miliardi di euro, in aumento del 9,5% rispetto ai 22 miliardi dell’estate 2017.

I mesi più vacanzieri

Senza troppe sorprese, Agosto si conferma il mese leader, con il 60,3% degli italiani che lo scelgono per la propria vacanza principale, seppur in calo rispetto allo scorso anno (68,4%), a tutto vantaggio del mese di settembre, che fa registrare un 19,5% di presenze, rispetto al 12,4% del 2017.

“L’elemento che trovo distintivo sta nel fatto che per quest’anno si prevede uno spostamento dei flussi in favore del mese di settembre. Sono istintivamente portato a pensare che ciò vada letto in un’ottica positiva: questa crescita potrebbe fare da leva e dare un forte input alle politiche di destagionalizzazione che la nostra Federazione sostiene da sempre per il bene e lo sviluppo turistico del Paese” conclude il presidente di Federalberghi.

Gli italiani tornano a fare le vacanze? Pare di sì, e pure a settembre Leggi tutto »

Arrivano gli exergame, i videogiochi interattivi per mantenersi in forma

Sono in arrivo gli exergame, i videogiochi che combinano gli “exercise” (esercizi fisici), con il “game” (gioco). Il dottore, quindi, ora potrebbe consigliare ai pazienti di giocare ai videogame. Magari, per proteggere la memoria e difendersi dall’Alzheimer.

Secondo i risultati di uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience, i medici potrebbero essere incoraggiati a prescrivere gli exergame per rallentare o contrastare il deterioramento cognitivo legato al passare degli anni. Il lavoro, infatti, promuove gli exergame, i videogiochi interattivi che fanno fare esercizio fisico.

I videogame che contrastano il deterioramento cognitivo

Gli anziani con un lieve deterioramento cognitivo hanno mostrato miglioramenti significativi negli esercizi mentali e di memoria dopo allenamenti regolari con questi videogame “fit” (in forma), riferisce Adnkronos. Dalla ricerca americana arrivano infatti “dati promettenti – commenta Cay Anderson-Hanley, associata di psicologia dell’Union College (Usa) e prima autrice dello studio – Gli exergame rappresentano un’arma in più nell’arsenale di rimedi per combattere questa malattia crudele”.

Precedenti studi condotti dalla stessa autrice avevano mostrato che gli anziani che si allenano con videogame interattivi, dal punto di vista mentale sperimentano benefici maggiori rispetto ai coetanei che si limitano all’allenamento fisico tradizionale.

I benefici degli exergame sono stati registrati a livello di memoria verbale e funzione fisica

I benefici in due gruppi di anziani che hanno partecipato a una ricerca sono stati registrati a livello di memoria verbale e funzione fisica, cosa che suggerisce l’utilità per gli anziani di inserire gli exergame nel proprio regime di esercizio quotidiano.

Certo, ammette la studiosa, sono necessarie ulteriori ricerche su un campione più ampio per confermare questi risultati. Ma il lavoro, finanziato grazie a una sovvenzione del National Institute on Aging, è giudicato molto promettente dagli autori. Tanto che il team sta lavorando a un sistema per consentire agli anziani di allenarsi direttamente a casa, scaricando un videogame sull’iPad da usare su una classica bike da salotto.

“La funzione esecutiva è come il Ceo del cervello”

I dati dello studio suggeriscono che “il miglior risultato per la salute mentale arriva quando facciamo due cose insieme”, ovvero attività fisica e videogame interattivi, sottolinea Anderson-Hanley.

Perché “La funzione esecutiva è come il Ceo del cervello ed è la chiave per restare indipendenti nell’età avanzata – aggiunge Anderson-Hanley -. Per esempio, ti permette di cucinare con due padelle sul fuoco contemporaneamente. E di non dimenticare che stai facendo bollire l’acqua mentre hai qualcosa in forno”.

Arrivano gli exergame, i videogiochi interattivi per mantenersi in forma Leggi tutto »

L’Italia è la patria del wedding tourism. Un business da 390 milioni

L’Italia, si sa, è da sempre una delle destinazioni preferite dagli stranieri per convolare a nozze. Romantica per tradizione, con scorci unici e luoghi bellissimi dove organizzare cerimonia e feste nuziali. Ma ora il fenomeno ha assunto volumi davvero importanti. Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti del wedding tourism è cresciuta ulteriormente, e il trend non accenna a diminuire. Si tratta di un fenomeno che ha assunto dimensioni di un business trasversale per l’attività di incoming, posizionando il Belpaese tra i principali marketplace del settore.

La BMII, Borsa del Matrimonio in Italia, punto di riferimento per chi si occupa di questo settore, ha registrato un incremento di interesse anche da parte delle istituzioni territoriali. E il suo obiettivo, in accordo con le istituzioni, è quello di sviluppare l’incoming nel nostro Paese.

Quanto vale il mercato del wedding tourism?

Secondo un’indagine della società di consulenza turistica e marketing territoriale JFC i 7.147 matrimoni stranieri celebrati in Italia nel 2017 hanno generato 385 milioni e 830mila euro di fatturato legato al wedding tourism. Ancora più rosee sono le previsioni per l’anno in corso: le stime, infatti, parlano già di un possibile aumento del 6.8% del numero di matrimoni, un trend che porterebbe nel 2018 a 7.633 il numero delle celebrazioni da parte di turisti stranieri in Italia.

Gli stranieri in Italia si sposano a Firenze

Tra le principali destinazioni più amate dal mercato internazionale per dirsi “sì” ci sono Firenze e la Toscana. “Il turismo legato al wedding – afferma l’Assessora al Turismo e al marketing territoriale del Comune di Firenze Anna Paola Concia – è una risposta importante nel nostro percorso, che intende promuovere sempre di più il turismo di qualità a Firenze. Un turismo insomma che allunga i tempi di permanenza nella nostra città, è interessato a conoscere il meglio della nostra cultura, della nostra storia, del nostro artigianato e della nostra enogastronomia”.

L’obiettivo della kermesse è sviluppare l’attività di incoming

“Obiettivo della Borsa del Matrimonio in Italia  è quello di sviluppare l’attività di incoming, divenuta oramai fondamentale per sostenere il nostro territorio e introdurre le realtà italiane concretamente nel processo di internazionalizzazione”, sottolinea Ottorino Duratorre, Presidente di RomaFiere, società organizzatrice della BMII.

Di fatto, l’evento offre un’ampia panoramica dei prodotti e servizi made in Italy a operatori italiani e internazionali, che prevede la partecipazione di 100 buyer provenienti da oltre 30 paesi, per un totale di 2.500 appuntamenti one-to-one

L’Italia è la patria del wedding tourism. Un business da 390 milioni Leggi tutto »

Contratto a tempo, è un vero e proprio boom

Gli ultimi indicatori segnalano che una leggera riprese nel mercato del lavoro italiano, per fortuna, c’è. E il quarto trimestre 2017 conferma la tendenza, seppure lieve, all’incremento congiunturale dell’occupazione, ma conferma anche l’aumento di lavoro a termine su quello stabile.

I numeri di indeterminato e determinato

Analizzando i dati più recenti, frutto di una “fotografia” scattata da Istat, ministero del lavoro, Inps, Inail e Anpal, si evince che se il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 58,1% in crescita di un decimo di punto sul trimestre precedente, i posti di lavoro a tempo determinato sono saliti per il settimo trimestre di fila di 108mila posizioni sul mese precedente e di 403 mila in più su base annua. D’altro canto, i contratti a tempo indeterminato sono calati per la seconda volta in 10 trimestri di 34mila sul trimestre precedente.

Lavoratori a chiamata

Il numero di lavoratori a chiamata o intermittenti (Inps-Uniemens) nel quarto trimestre 2017 continua infatti a crescere anche se a tassi leggermente meno forti (+69,2%) rispetto ai due trimestre precedenti (+79,3% nel terzo e 75,9% nel secondo) quando il forte incremento era iniziato a seguito dell’abrogazione del lavoro accessorio (voucher). Analogamente prosegue il significativo aumento del numero dei lavoratori in somministrazione (+26,9% nel quarto trimestre 2017), in crescita tendenziale dal secondo trimestre 2013, con una forte accelerazione a partire dal primo trimestre 2017 (+22,5%) e confermata nel secondo e nel terzo trimestre del 2017 (+24,4% e +23,8%, rispettivamente).

Dinamica del lavoro “più debole del Pil”

A quanto scrive il rapporto, ripreso dall’agenzia Adnkronos, le dinamiche del mercato del lavoro si sono sviluppate all’interno di una ripresa economica “significativa e persistente” a cui però la dinamica del lavoro è stato “più debole rispetto a quella del Pil”. La crescita tendenziale dell’occupazione comunque, si legge ancora, è interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente che si concentra essenzialmente nel settore dei servizi mentre quella indipendente continua a diminuire sia a livello tendenziale che congiunturale.

Occupazione in crescita lieve

Nel quarto trimestre del 2017 l’occupazione cresce, seppure lievemente, e secondo i dati Istat, migliora anche a livello tendenziale (+279mila) mentre diminuiscono le persone in cerca di lavoro, -247mila, e gli inattivi -118mila. Per quanto riguarda i più giovani,  le cose vanno meglio in termini tendenziali mentre è “significativo l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sul mercato del lavoro” a cui si deve “la crescita del numero degli ultracinquantenni indotta anche dall’allungamento dell’età pensionabile”.

Contratto a tempo, è un vero e proprio boom Leggi tutto »

Facebook investe sulle community e sulla sicurezza

In tutto il mondo ogni mese sono oltre 1 miliardo le persone che utilizzano i Gruppi Facebook. Le comunità sono una realtà da non sottovalutare, e Facebook lancia un programma ad hoc dedicato al sostegno e alla diffusione delle community. La piattaforma investirà infatti fino a 10 milioni di dollari per coloro che creano o gestiscono comunità che aggregano utenti su un tema significativo.  L’annuncio arriva da Londra, dove il social network ha organizzato il Communities Summit Europeo, a cui era presente Chris Cox, responsabile del prodotto e numero tre della compagnia di Menlo Park.

In Europa oltre 40 milioni di persone fa parte di un gruppo significativo

In Europa, spiegano al Summit, sono oltre 40 milioni le persone che fanno parte di un gruppo significativo per loro. A Londra è intervenuta anche Nicola Mandelsohn, manager europeo di Facebook, che di recente ha pubblicamente rivelato di essere affetta da un linfoma follicolare. La Mandelsohn fa parte del gruppo Living with follicular limphoma, che conta circa 4mila iscritti.  Tra le comunità più popolari presenti all’evento della capitale britannica c’erano i Blind Veterans Uk, l’organizzazione che dà sostegno pratico ed emotivo ai veterani non vedenti e alle loro famiglie, mentre per l’Italia, tra gli altri, era presente Fightthestroke, il gruppo di supporto ai giovani sopravvissuti all’ictus e alle loro famiglie.

Le opportunità di finanziamento

Le opportunità di finanziamento offerte dal social network sono diverse. Fino a cinque leader community riceveranno fino a 1 milione di dollari ciascuno da utilizzare per finanziare le loro proposte, e fino a cento responsabili di comunità riceveranno fino a 50 mila dollari ciascuno da utilizzare per una specifica iniziativa legata alla propria community. Il piano prevede anche una formazione e uno scambio di idee fra i diversi responsabili dei gruppi. C’è tempo fino al 9 marzo 2018 per candidarsi.

Facebook raddoppia il numero degli ingegneri dedicati alla sicurezza

Ma l’ultima novità annunciata da Facebook durante il Summit londinese riguarda anche il raddoppio della squadra di ingegneri della sede di Londra dedicata alla sicurezza e all’integrità della piattaforma. Quello della sicurezza è un altro tema caldo e attuale sul quale Facebook ha intenzione di investire. Gli ingegneri lavoreranno quindi per individuare e bloccare gli account fake, i falsi profili, costruendo strumenti più efficaci per ridurre le molestie e le truffe. E per migliorare le modalità di segnalazione dei contenuti.

Facebook investe sulle community e sulla sicurezza Leggi tutto »

Milano, Monza Brianza e Lodi: il 2017 un anno positivo per le imprese

E’ buono lo stato di salute dell’imprenditoria di Milano, Monza Brianza e Lodi. La Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi ha infatti tracciato l’identikit delle imprese a fine 2017 in base al rapporto annuale di Infocamere. In particolare, cresce Milano (tasso +1,2%) con una economia sempre più direzionale (+3% le società di capitale) e straniera (peso 16%). Trainano la crescita turismo e servizi. Tiene Monza (tasso + 0,3%): pesa di più il commercio nelle imprese, ma è prima l’industria per gli addetti, con oltre un terzo. A Lodi più donne e giovani (peso del 19% e 10% sul totale delle imprese) e pesa l’agricoltura al 9% rispetto al 5,7% regionale.

Milano, 2,1 milioni di addetti nelle imprese

Positivi i dati sotto la Madonnina. A Milano aumenta il numero delle imprese a quota 300 mila, con un tasso di crescita del +1,2% in un anno e 2,1 milioni di addetti. Una economia che ha prodotto circa 360 miliardi di euro in un anno, il 18% sul totale nazionale di 2 mila miliardi. I settori trainanti sono credito (+4%), turismo e servizi alle imprese (+2%). Bene le società di capitale (+3,1%) in una economia sempre più direzionale. Toccano le 53 mila le imprese femminili (più presenti nei servizi alla persona col 40% rispetto a un peso generale del 18% nell’economia). 47 mila le straniere (16% di tutte le imprese con punte del 30% nelle costruzioni e nella ristorazione) e 25 mila i giovani (l’8% di tutte le imprese e ben il 15% nel settore turismo). Tra le imprese il primo settore è il commercio con 57 mila, tra gli addetti un terzo del totale milanese è nei servizi alle imprese (723 mila).

Monza e Brianza, trainano credito e servizi

Anche in questo territorio aumentano le imprese, che toccano le 64 mila unità, con un tasso di crescita del +0,3% in un anno e 234 mila addetti. Complessivamente, le imprese locali hanno prodotto oltre 30 miliardi di euro in un anno. Trainano credito (+3,4%), servizi alle imprese (+1,5 %), trasporti (+1,4%), turismo (+1%). Bene le società di capitale (+2,6%). Superano le 11 mila le imprese femminili (più presenti nei servizi alla persona col 44% rispetto a un peso generale del 18% nell’economia). Oltre 6 mila le straniere (10% di tutte le imprese con punte del 18% nella ristorazione e nelle costruzioni). Sono quasi 6 mila i giovani (il 9% di tutte le imprese e ben il 17% circa nel settore credito e turismo). Tra le imprese primo settore è il commercio con oltre 16 mila, tra gli addetti oltre un terzo del totale è nel manifatturiero (circa 90 mila).

A Lodi più donne e giovani

Le imprese lodigiane sfiorano quota 15 mila, in lieve rallentamento in un anno (tasso di crescita a -1%) e 42 mila addetti. Prodotti circa 4 miliardi di euro in un anno. Positivi servizi alla persona e credito (+1%). Bene le società di capitale (+2,4%). Toccano le 3 mila le imprese femminili (più presenti nei servizi alla persona col 49% rispetto a un peso generale del 19% nell’economia). Quasi 2 mila le straniere (13% di tutte le imprese con punte del 29% nelle costruzioni e del 18% nella ristorazione). Sono 1.426 i giovani (il 10% di tutte le imprese e ben il 17% nei settori turismo e credito). Tra le imprese primo settore è il commercio con 3.488, poi 2.957 le costruzioni. Tra gli addetti quasi un quarto del totale è nei servizi alle imprese (10 mila). A Lodi l’agricoltura con 1.328 pesa il 9% sul totale delle imprese contro una media regionale del 5,7%.

Milano, Monza Brianza e Lodi: il 2017 un anno positivo per le imprese Leggi tutto »

Natale in Lombardia: un lavoro sotto l’albero per 52mila persone

Natale ha portato sotto l’albero dei lombardi anche tante occasioni di lavoro, con particolare riferimento alle professioni dell’accoglienza e del turismo. Lo rivelano i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su fonte Sistema Informativo Excelsior 2017 Unioncamere -Anpal, sulla base delle previsioni delle imprese.

Il turismo motore dei lavori sotto l’albero

Sono 24 mila le entrate previste dalle imprese a Milano nel mese di dicembre 2017 su 52 mila in Lombardia (il 46% regionale) e 255 mila in Italia (il 9,3% nazionale). I lavori offerti a Monza Brianza sono  3.250 e quasi mille a Lodi. Di questi numeri, la gran parte va attribuita la turismo, che rappresenta un terzo di tutte le richieste e sicuramente spinge i lavori di Natale in Italia. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle richieste, Milano è prima a livello nazionale con 24 mila entrate, appunto, seguita a breve distanza da Roma con quasi 22 mila entrate. Nelle posizioni successive si piazzano Bolzano e Torino (con oltre 10 mila entrate ciascuna).

Commessi, cuochi e camerieri le figure più richieste

Nelle tante richieste in occasione delle feste, ci sono alcune tipologie di figure professionali particolarmente ricercate. Tra commessi, cuochi, camerieri, addetti all’accoglienza e altre professioni del settore sono 7.100 le entrate a Milano, il 30% del totale, oltre 1.100 a Monza e Brianza (il 35% del totale) e 220 a Lodi (28%). I lavori per i preparativi del Natale, come commessi, pacchettisti, camerieri, hanno coinvolto nuovo personale specie nei negozi, nella ristorazione e nell’alloggio.

Natale in Lombardia

Sono 52 mila le entrate secondo le imprese in Lombardia a dicembre 2017. Tradotte in percentuali, queste pesano per il 20% del totale nazionale: in pratica un lavoro su cinque, tra quelli offerti in questo periodo di feste nel Paese, è in Lombardia. Milano è prima in regione con 24 mila posti, seguita da Brescia con 5.840 (11,3% lombardo), Bergamo con 4.590 (8,9%), Monza e Brianza con 3.250 (6,3%) e Varese con 3.090 (6%). Quasi 2.500 i posti di lavoro a Sondrio e Como, circa 2 mila a Mantova e Pavia e mille a Cremona, Lecco e Lodi. Forte il peso dei settori legati al turismo che, tra lavori in hotel, nei ristoranti o nei negozi, incidono a dicembre per un terzo del totale (32% in regione). Peso che sale per territori a vocazione turistica come Sondrio (68%) e Brescia (36%) e a Monza e Brianza (35%).

Natale in Lombardia: un lavoro sotto l’albero per 52mila persone Leggi tutto »

Le migliori aziende dove lavorare: ecco la classifica delle top mondiali

Puntuale come ogni anno arriva la classifica “World’s Best Workplace 2017”, la lista redatta dall’omonima azienda globale di ricerca, consulenza e formazione che segnala le migliori imprese in cui lavorare. Le sorprese ci sono già dal primo posto: dopo ben quattro anni di predominio, Google perde lo scettro e l’oro. Anzi, esce addirittura dalla classifica per mancanza di alcuni dei requisiti richiesti, ovvero essere inseriti in almeno cinque hit nazionali delle 56 prese in considerazione. E il gigante di Mountain View quest’anno è stato inserito solo nelle classifiche di Stati Uniti, India e Svizzera. In ogni caso, per dare un’indicazione della portata e del “peso” delle aziende in lizza ogni anno per il podio, per essere considerate “classificabili” le imprese devono vantare almeno cinquemila dipendenti e il 40% della forza lavoro deve essere al di fuori del paese in cui ha sede legale.

Chi c’è in vetta?

Quest’anno scala la classifica e sbaraglia la concorrenza un’azienda con sede a San Francisco. L’oro va infatti a SalesForce, gruppo che si occupa di cloud computing. Tra le tante ragioni che l’hanno portata alla vittoria, SalesForce ha 28mila dipendenti ai quali mette a disposizione luoghi di lavoro ispirati ai precetti buddisti. Per lavorare e meditare. Fatto sta che la compagnia californiana, l’anno scorso nemmeno presente nella top 25, nel 2017 si è “mangiata” la classifica e ha preso il posto di Google.

Le aziende da podio

Oltre a SalesForce, in pole position si collocano The Adecco Group, specializzata in selezione del personale e che nel 2016 era settima, e SAS Institute, società con 14 mila dipendenti, produttrice di software e servizi di business. La top five è chiusa da Mars, famosa azienda di prodotti alimentari, e Natura, multinazionale brasiliana del settore dei cosmetici. A completare la lista delle favolose 10, seguono al 6° posto AbbVie, società di biofarmaceutica; al 7° Belcorp, multinazionale del comparto bellezza; all’8° il famoso corriere DHL,  al 9° la catena alberghiera Hilton e in decima posizione Stryker, che produce tecnologie ospedaliere.

Il manifatturiero vince sull’hi-tech

Risulta interessante anche un altro cambiamento rispetto alle classifiche degli altri anni: le aziende del settore manifatturiero mettono a segno risultati migliori rispetto a quelle dell’hi-tech. Nella hit delle prime 11, solo due aziende appartengono al comparto tecnologico-informatico, ben quattro invece appartengono alla produzione.

Italia parzialmente presente

Nella classifica globale mancano le aziende italiane. Però dieci sedi, delle 25 migliori  imprese, sono proprio in Italia. La classifica nazionale sui migliori luoghi di lavoro vede infatti sui tre gradini del podio rispettivamente Hilton, Conte.it e American Express Italia.

 

Le migliori aziende dove lavorare: ecco la classifica delle top mondiali Leggi tutto »

Twitter si attiva contro il bullismo sul web

Contrastare il cyberbullismo ed eliminare i contenuti “pericolosi” sono ogni giorno di più le sfide da vincere da parte dei social network. E, dopo le mosse già messe in campo da Facebook in questa direzione, anche Twitter ha attivato una serie di azioni per combattere questi odiosi fenomeni sul web.

Nuove regole al debutto nei prossimi giorni

Nel corso dei prossimi giorni saranno infatti introdotte nuove regole mirate a ridurre abusi e molestie sul social network. Sebbene le intenzioni fossero state annunciate già tempo fa, adesso Jack Dorsey, fondatore della piattaforma, ha confermato – ovviamente con un tweet – le procedure che verranno adottate. Come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, si tratterebbe di una serie di misure volte a contrastare, o meglio evitare, “Approcci sessuali indesiderati, nudità ‘non consensuale’, simboli d’odio, gruppi violenti e tweet che inneggiano alla violenza”. Modificando le regole del social network, sarà possibile garantire una maggiore sicurezza a tutti gli utenti.

Il nudo è già vietato, ma ora conta il consenso

A dirla tutta, già ora è vietato postare su Twitter foto di nudo o dal contenuto sessuale esplicito. Attualmente la politica del social prevede che i tweet “proibiti” vengano rimossi e gli account degli autori bloccati temporaneamente. La nuova linea dura contro i comportamenti scorretti  vuole invece la sospensione immediata e permanente di qualsiasi account che venga identificato come “fonte di nudità non consensuale”. In caso di dubbio sulla “consensualità” delle fotografie, le immagini verranno subito rimosse in un’ottica di tutela delle possibili vittime.

Avance indesiderate? No grazie

Difficile definire quali avance siano indesiderate e quali invece siano approcci soft. Finora Twitter ha dato ascolto alle segnalazioni degli utenti, ma per il futuro gli utilizzatori che hanno tenuto comportamenti dubbi, o che sono stati segnalati in precedenza, saranno monitorati con costanza.

Stretta pesante sulla violenza e sulle minacce

La violenza dovrebbe essere bandita da ogni social network, senza se e senza ma. Il numero uno di Twitter ha quindi reso noto che ci saranno misure precise “non solo contro tutti quei simboli che contribuiscono a creare un immaginario d’odio, ma anche contro quei gruppi che utilizzano violenza per portare avanti la loro causa”. Naturalmente, saranno costantemente sotto la lente dei “controllori” anche i cinguettii che parlano di odio, violenza o che esprimono minacce. Una stretta severissima è prevista verso i messaggi che potenzialmente possono essere collegati, anche solo come “mancata condanna”, agli omicidi o agli atti terroristici. Nelle prossime settimane vedremo i risultati della nuova politica del social.

Twitter si attiva contro il bullismo sul web Leggi tutto »