Federcontribuenti: la metà dei giovani italiani guadagna meno di 7 euro l’ora

Un’indagine condotta da Federcontribuenti ha rivelato che il 54% dei 30enni italiani guadagna meno di 7 euro netti all’ora. Inoltre, molti giovani lavorano come apprendisti o part-time, guadagnando solo 100-120 euro netti a settimana e spesso senza pagamenti extra per le ore di straordinario. La situazione è particolarmente preoccupante per la fascia d’età tra i 28 e i 35 anni, che rappresenta l’11% della popolazione italiana e dovrebbe essere una forza trainante per lo sviluppo economico e le pensioni future.

I contratti nazionali oggi non “funzionano”

Secondo Federcontribuenti, il problema è causato da contratti nazionali che sfruttano e maltrattano i lavoratori dipendenti, impedendo loro di ottenere stipendi adeguati e continuità lavorativa. L’indagine ha anche evidenziato un aumento dei contratti part-time e dei giovani che non possono permettersi di affittare una casa o di formare una famiglia. “inutile parlare di decrescita demografica – si legge nella nota dell’ associazione dei consumatori – per mettere su famiglia occorre un lavoro stabile e uno stipendio adeguato; i voucher sono uno strumento meschino che piega la dignità del lavoratore stesso”. E ancora”Laureati o meno, meritocrazia o meno in Italia, che ricordiamo è il Paese dell’ area Ue con gli stipendi più bassi, il lavoratore dipendente viene sfruttato e maltrattato da quegli stessi contratti nazionali voluti e sostenuti da chi proprio non riesce a fare il proprio dovere di politico e garante”.

La questione pensioni

Come sottolinea Federcontribuenti, il problema è anche in prospettiva e riguarda anche gli anni a venire, quelli della pensione. In merito agli estratti contributivi: “quando si fa un estratto contributivo il 60% di chi si presenta è condannato ad una pensione sociale misera come misero è il numero di chi si può permettere una pensione contributiva, solitamente impiegati statali”. 

Calano anche gli autonomi

Inoltre, l’associazione ha notato un aumento del numero di lavoratori autonomi in fallimento, in particolare nel nord-est, a causa di tagli sui costi del lavoro o del cuneo fiscale. Tutto questo mentre, di nuovo, tornano a crescere gli stipendi per tutti manager pubblici e privati che fanno utili o voti sulle vesti stracciate della popolazione”. Infine la proposta di Federcontribuenti: “uno stipendio minimo per legge; massimo 3 contratti Nazionali per 3 fasce di età; apprendistato massimo fino a 24 anni; riforma del sistema previdenziale: il costo supera la resa; zero costi fiscali sul dipendente”.