Risparmio: gli italiani e le scelte finanziarie 

Gli italiani continuano a puntare sul risparmio: oggi la quota delle famiglie risparmiatrici supera il 53%, avvicinandosi ai livelli pre-pandemia, e cresce anche la percentuale di reddito risparmiata, che si attesta all’11,5% rispetto al 10,9% del 2021. Solo il 17% degli italiani però risparmia avendo in mente uno scopo preciso. Il 30% lo fa per ragioni puramente precauzionali. È quanto emerge da L’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani nel 2022, condotta da Doxa per Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi. Dal 1982 Doxa conduce infatti per conto del Centro Einaudi un’indagine per analizzare motivazioni, obiettivi e scelte di un campione rappresentativo di risparmiatori italiani.

Sicurezza, liquidità e valutazione del rischio

Secondo l’indagine, la sicurezza si conferma al primo posto tra le caratteristiche desiderate degli investimenti (57%), seguita dalla liquidità. Tra le maggiori preoccupazioni emerge invece la valutazione del rischio delle diverse soluzioni di investimento (53% circa). Persiste poi la tendenza a tenere disponibilità liquide in eccesso per motivi precauzionali. L’improvvisa accelerazione dell’inflazione contribuisce tuttavia a ridurre il grado di soddisfazione associato alla detenzione della liquidità. Cresce inoltre il gradimento per il risparmio gestito: almeno un prodotto è presente nel 21% dei portafogli del campione, sia pure con una marcata differenziazione a livello territoriale.

Meno obbligazioni, più investimenti in oro e fondi etici-ESG

Si riduce invece la quota investita in obbligazioni (dal 29% al 23% dei portafogli), mentre resta contenuta, sebbene in leggera crescita, la percentuale degli investitori in azioni (4,8%). Da segnalare anche il crescente interesse verso gli investimenti alternativi (39% del campione), in particolare l’oro (24,8%) e i fondi etici-ESG (13% circa, che sale oltre il 22% tra i laureati). Ma gli intervistati appaiono relativamente sereni sul proprio tenore di vita in età anziana. Si mantengono basse le adesioni alla previdenza integrativa (17,6% del campione), e ancora più contenuta risulta la diffusione di polizze LTC (14% circa). Appare quindi urgente promuovere una cultura assicurativa che faccia crescere la consapevolezza dei possibili rischi e delle soluzioni che il mercato può offrire.

Giovani poco informati e disinteressati a economia e finanza

Il focus dell’indagine sugli imprenditori fa emergere diversi segnali positivi. In risposta alla crisi, più del 35,7% ha innovato i propri prodotti, il 39,6% ha accelerato sul fronte della digitalizzazione, il 34,7% ha puntato sulla promozione online e il 23% sulle vendite online. Digitalizzazione e innovazione saranno gli assi portanti del rilancio, insieme alle relazioni di parternariato (33%) e agli investimenti nella formazione (31%). Preoccupa la debolezza dei giovani sul fronte dell’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa. Solo il 2,3% infatti si dichiara molto interessato ai temi dell’economia e della finanza. E il tempo medio dedicato all’informazione su questi argomenti è di 17 minuti alla settimana.