Italia, triste primato per biossido di azoto e ozono

La scarsa qualità dell’aria continua a pesare sulla salute degli europei e degli italiani. Specialmente nelle aree urbane, dove il particolato (PM), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono a livello del suolo (O3) causano i danni maggiori. Ed è proprio l’Italia il primo Paese dell’Unione per numero di morti premature causate da biossido di azoto e ozono, e secondo, dopo la Germania, per quelle causate dal particolato fine.

I dati emergono dal Rapporto sulla qualità dell’aria in Europa – 2019 condotto dall’Aea-Agenzia europea per l’ambiente. L’analisi si basa sugli ultimi dati ufficiali sulla qualità dell’aria provenienti da oltre 4.000 stazioni di monitoraggio in Europa nel 2017.

Nel 2016 il PM2,5 ha causato circa 412.000 decessi prematuri in 41 Paesi europei

“Oltre a danneggiare la salute e a ridurre l’aspettativa di vita, la scarsa qualità dell’aria causa anche perdite economiche – avverte l’Agenzia – ad esempio, a causa di costi sanitari più elevati, rendimenti ridotti da agricoltura e silvicoltura e minore produttività del lavoro”.

Secondo l’analisi dell’Agenzia europea per l’ambiente infatti il particolato fine (PM2,5) nel 2016 ha causato da solo circa 412.000 decessi prematuri in 41 Paesi europei. Circa 374.000 di questi decessi si sono verificati nell’Unione europea (Ue a 28 Paesi), 68 mila per biossido di azoto e 14mila per ozono.  In Italia, nello stesso anno, i morti da biossido di azoto sono stati 14.600, e quelli da ozono 3.000. Numeri che conferiscono al nostro Paese il primato europeo per morti causate da inquinamento, e la pongono al secondo posto dopo la Germania per le 58.600 morti causate dal particolato fine.

Nel 2017  concentrazioni di polveri sottili troppo elevate in 7 Stati membri

Rispetto ai valori limite dell’Ue nel 2017 le concentrazioni di polveri sottili erano troppo elevate in sette Stati membri dell’Ue: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania e Slovacchia. Ma “Nonostante il persistente inquinamento, i nuovi dati – afferma l’Aea – confermano che normative e misure locali vincolanti stanno migliorando la qualità dell’aria in Europa con effetti positivi sulla salute”. Ad esempio, nel 2016, rispetto al 2015, il particolato fine ha causato circa 17.000 decessi prematuri in meno in tutta l’Unione, riporta Adnkronos.

Le misure del Dl clima

Lo scorso giugno, con la firma del Protocollo Aria Pulita nel corso del Clean Air Dialogue di Torino, l’Italia ha posto alcune basi per migliorare la qualità dell’aria. A cominciare dagli accordi con alcune Regioni nelle quali il problema della qualità dell’aria è particolarmente grave.

“Nel Dl clima – commenta il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – abbiamo inoltre inserito misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle città e nelle aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria, e stanziato fondi per la piantumazione e il reimpianto degli alberi e la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane”.