I social cambiano, non le dinamiche di interazione. Specialmente quelle negative

Lo ha scoperto un nuovo studio, coordinato da Walter Quattrociocchi del Centro per la Data Science e la complessità per la società presso il Dipartimento di Informatica della Sapienza Università di Roma, e pubblicato sulla rivista Nature: nonostante i social media cambino e si evolvano le interazioni online tra gli utenti rimangono le stesse. E quelle ‘tossiche’ persistono all’interno delle comunità digitali. 

Infatti, l’analisi suggerisce la natura persistente delle interazioni tossiche all’interno delle comunità digitali, ed evidenzia come la componente umana rimanga costante a dispetto delle variazioni delle piattaforme, delle mutevoli norme sociali e del passare dei decenni.
La ricerca rivela quindi una costante nelle dinamiche di interazione online tra gli utenti sia sulle diverse piattaforme sia confrontandole con le piattaforme del passato.

Gli elementi chiave della tossicità: lunghezza e polarizzazione delle conversazioni

La ricerca, focalizzata sulle dinamiche delle conversazioni online e condotta dalla Sapienza, ha identificato modelli comportamentali ricorrenti all’interno dei vari social media, dimostrando una notevole coerenza nelle interazioni tra gli utenti nonostante l’evoluzione delle piattaforme e delle norme sociali.
In particolare, lo studio ha utilizzato un approccio comparativo su varie piattaforme (da Facebook, Reddit, Gab, Youtube fino alla meno recente USNET) e lo ha condotto su più di 500 milioni di commenti, al fine di per esplorare gli aspetti cruciali relativi alla persistenza delle interazioni tossiche nelle comunità digitali.

Elementi chiave identificati dai ricercatori includono la lunghezza delle conversazioni, con discussioni prolungate più inclini alla tossicità, e la polarizzazione, ovvero, quando punti di vista divergenti conducono a un’escalation del disaccordo online.

“Un progresso nella comprensione delle dinamiche sociali online”

Sorprendentemente, le interazioni tossiche non fungono da deterrente sull’engagement degli utenti, i quali continuano a partecipare attivamente alle conversazioni.
Questo indica una complessa interazione tra contenuti dannosi e la partecipazione ai dibattiti online, suggerendo una resilienza degli utenti alla negatività negli ambienti digitali.

“Questa ricerca rappresenta un significativo progresso nella comprensione delle dinamiche sociali online – spiega Walter Quattrociocchi – e di come queste vengano influenzate dagli algoritmi, superando il focus su singole piattaforme. I risultati sottolineano infatti le ampie implicazioni dell’influenza algoritmica sulle interazioni sociali”.

“Il comportamento tossico è profondamente radicato nelle interazioni digitali”

La ricerca sottolinea inoltre l’importanza della data science nell’analizzare e interpretare il comportamento umano online, confermando come il comportamento tossico sia un aspetto profondamente radicato nelle interazioni digitali.

“Lo studio della comunicazione digitale e delle dinamiche che ruotano attorno ai nuovi media è un tema di forte attualità che richiede un’analisi rigorosa, considerate le numerose implicazioni che ne derivano – dichiara la rettrice Antonella Polimeni -. Questa pubblicazione, su una rivista prestigiosa come Nature, conferma e consolida la qualità delle attività di ricerca dell’Ateneo anche in questo campo: un riconoscimento importante per il team coordinato da Walter Quattrociocchi e per tutto l’Ateneo”.