Soft skills del futuro: problem solving e visione strategica

Quali sono le soft skills del prossimo futuro? Comunicare efficacemente, esercitare la leadership, problem solving e visione strategica. In relazione all’acquisizione di nuove modalità operative, secondo le imprese le aree più soggette al cambiamento sono marketing e comunicazione (30%), commerciale e customer care (19%), hr e training (18%), It e security (13%), produzione logistica e acquisti (11%), ricerca e sviluppo (9%), amministrazione e finanza (5%), affari istituzionali e legali (5%). È quanto emerge da una ricerca curata da Performance Strategies, azienda per l’alta formazione aziendale, che ha evidenziato gli elementi necessari alle imprese per ripartire.

Garantire standard di serenità e fiducia alza il livello delle performance

In ogni caso, secondo le aziende intervistate dalla ricerca in futuro ci sarà ancora bisogno di organizzazione e visione del lavoro (92%), desiderio di apprendimento a tutti i livelli, (59%), urgenza di far fronte alle incertezze (35%) e preoccupazioni da esorcizzare (29%). Sicuramente poi ci sarà bisogno di leader capaci di ‘curare’, di essere presenti e vicini a dipendenti e clienti. Gli intervistati sostengono infatti che garantire standard di serenità e fiducia, anche nei momenti più critici, è ciò che mantiene alto il livello della performance. Gli imprenditori, i manager e in generale i leader dovranno perciò creare visione (25%), profondere coraggio (19%), dare fiducia (18%), ed esprimere umanità (12%).

Non esistono paradigmi permanenti

Le aziende interessate dall’indagine prefigurano quindi un imprenditore-manager-leader in grado di praticare il framing o il re-framing, ovvero la capacità di guidare le percezioni individuali o sociali, mettendo in cornice dati, situazioni, eventi, ma soprattutto sapendo rimotivare e risignificare gli stessi. Si tratta di dare un nuovo significato (sense-making) al lavoro, coltivando abilità essenziali come gestire gruppi a visione limitata, sempre più diffusi in questo periodo di turbolenze sociali ed economiche. Inoltre, si tratta di possedere stili di leadership e apprendimento capaci di leggere qualsiasi tipo di informazione contestualizzando il tutto e mettendolo in discussione, consapevoli che non esiste alcun paradigma permanente, riporta Labitalia.

Il ruolo centrale della formazione nel processo di re-skilling di massa

Tra le abilità da apprendere, i manager evidenziano come fondamentale spingere all’innovazione sostenibile e alla comunicazione trasparente, co-costruire le decisioni con una forte interazione orizzontale e verticale, e assicurare coerenza valoriale. La ricerca evidenzia poi il ruolo centrale della formazione nel processo di re-skilling di massa. I programmi formativi dovranno essere sempre più orientati a potenziare e migliorare le qualità della relazione con clienti e collaboratori, mettendo al centro i valori che generano fidelizzazione, e che insieme alle soft skills favoriscono una maggiore agilità nei nuovi contesti lavorativi.

Da sottolineare le modalità con cui la formazione verrà erogata: le aziende intervistate propendono per un tipo di formazione ‘phygital’, ossia fisica e digitale (59%), che consenta nuovi metodi di apprendimento.