Nel 2020 hanno chiuso 22mila bar e ristoranti

Costretti a casa dai lockdown nel 2020 gli italiani hanno aumentato i consumi domestici, tanto che la spesa alimentare è cresciuta di 6 miliardi di euro in un anno, non abbastanza però per compensare quanto si è perso nei pubblici esercizi, dove i consumi sono crollati di 31 miliardi di euro. Un dato che certifica come gli italiani abbiano speso meno soprattutto per prodotti agroalimentari di qualità superiore, consumati in maniera maggiore all’interno dei ristoranti. E con il crollo dei consumi fuori casa sono oltre 22mila tra bar e ristoranti ad avere chiuso i battenti, a fronte di 9.190 nuove aperture. Un saldo negativo di oltre 13mila imprese.

La pandemia ha modificato il rapporto tra i consumatori e i pubblici esercizi

In termini di spesa pro-capite siamo tornati indietro di 26 anni, ovvero al 1994. È quanto emerge dal Rapporto Ristorazione 2020 di Fipe-Confcommercio, che evidenzia come pandemia e restrizioni abbiano anche modificato il rapporto tra i consumatori e i pubblici esercizi. Se a luglio 2020, periodo nel quale i locali sono tornati a lavorare a buoni ritmi, la colazione rappresentava il 28% delle occasioni di consumo complessive, a febbraio 2021 la percentuale è salita al 33%. L’esatto contrario di quanto accaduto con le cene, passate dal 19% a meno dell’11%.

Il 2021 è iniziato in modo complicato per i pubblici esercizi

A conti fatti, a febbraio di quest’anno colazioni, pranzi e pause di metà mattina hanno costituito l’87% delle occasioni di consumo fuori casa. Mentre è completamente scomparsa l’attività serale. Quanto al 2021, si apre in modo complicato per i pubblici esercizi. A metà marzo oltre il 75% delle imprese risultava parzialmente aperto, il 22% era chiuso pur prevedendo di riaprire ‘un giorno’, e il 2% dichiara che non riaprirà mai.

Crolla l’indice di fiducia sul futuro per gli imprenditori

Nel primo trimestre 2021 poi l’indice di fiducia sul futuro per gli imprenditori della ristorazione è crollato a -68,3% rispetto allo stesso periodo del 2020. Infatti, secondo gli intervistati da Fipe-Confcommercio, il 2021 sarà ancora un anno di fatturati in calo, mediamente del 20%, ma il dato più preoccupante è l’incertezza che i titolari manifestano verso il futuro. Il 33,4% delle imprese, scrive Adnkronos, non ha idea di cosa potrà riservare loro il 2021, e un altro terzo delle imprese ritiene che certamente nel 2021 andrà incontro a una ulteriore riduzione dei ricavi. Mentre il 2%, in linea con la prospettiva di non riaprire, dichiara che nel 2021 non sarà conseguito fatturato.