Lo spreco alimentare vale 5 euro a settimana

Quanto costa lo spreco alimentare? Nel 2020, a livello settimanale, in media 4,9 euro a nucleo familiare, per un totale di circa 6,5 miliardi di euro, e un costo complessivo di circa 10 miliardi di euro. Nei costi sono inclusi gli sprechi di filiera dalla produzione alla distribuzione, che nel 2020 sono stimati a oltre 3 miliardi e 293 milioni. Il Rapporto Waste Watcher 2020 è legato allo spreco percepito, poiché il dato dello spreco reale era stato calcolato nel 2018-2019 misurando lo spreco nelle famiglie italiane con i test scientifici dei Diari di famiglia del Progetto Reduce dell’Università di Bologna-Distal con il ministero dell’Ambiente e la campagna Spreco Zero. La rilevazione dei Diari registrava 8,70 euro di spreco alimentare settimanale per ogni nucleo familiare, per un costo complessivo di 11.500 miliardi di euro ogni anno.

Nel 2020 la tendenza è di circa il 25% in meno

L’ultimo Rapporto Waste Watcher, diffuso nel corso del 2019, si era attestato invece su un valore medio di 6,6 euro settimanali per nucleo familiare, pari al costo di 600 grammi circa di spreco settimanale, per un totale di circa 8,4 miliardi di euro. La tendenza per il 2020 è quindi di circa il 25% in meno.

In ogni caso, dal rapporto emerge che quasi 7 italiani su 10 (il 66%) ritengono ci sia una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo. Così, al momento dell’acquisto l’attenzione agli aspetti della salubrità del cibo e del suo valore per l’impatto sulla salute, così come agli elementi di sicurezza alimentare, incide in maniera determinante per 1 italiano su 3 (36%).

Il 13% degli italiani ritiene invece di poter dare per scontato questi, e il 6% non ci fa caso, o non ha elementi specifici di valutazione (9%).

Gestire il cibo in modo più consapevole

Per attingere informazioni sulla salubrità e sul valore del cibo da acquistare, invece, essenziali si confermano le etichette (64%), mentre per 1 italiano su 2 (51%) il valore è da attribuire alla stagionalità dei prodotti, riporta Adnkronos.

I prodotti bio sono presidio di certezza nell’acquisto del cibo per 1 italiano su 5 (19%) e il 17% dichiara di informarsi prima di fare la spesa. In ogni caso, l’asticella dell’attenzione per la questione spreco si è decisamente alzata. Lo dichiarano 7 italiani su 10 (68%), per i quali l’ultimo decennio è stato decisivo per considerare la gestione del cibo più consapevole, mentre per il 24% l’attenzione è rimasta inalterata.

Le iniziative di sensibilizzazione sul tema convincono gli italiani

Per 1 italiano su 2 l’aspetto determinante per quanto riguarda la gestione del cibo sono i grandi paradossi e le diseguaglianze del mondo. Si tratta quindi di un aspetto etico-sociale. Ma risulta notevole, per quasi 6 italiani su 10 (57%), la sensibilizzazione prodotta negli ultimi anni attraverso la veicolazione di dati e la sensibilizzazione di campagne informative e iniziative sul tema spreco, che ha raggiunto oltre 1 italiano su 5 (23%). Un po’ meno risultano efficaci i messaggi della produzione/grande distribuzione (14%), dei media (12%) e le raccomandazioni di singoli personaggi autorevoli (5%).