Italia, segno meno alle performance ambientali

L’Italia rallenta sul fronte dello sviluppo delle rinnovabili, e non ha una politica climatica nazionale adeguata agli obiettivi di Parigi. Nel 2017 le emissioni sono diminuite solo dello 0,3% rispetto all’anno precedente, e appena del 17,7% rispetto al 1990. L’Italia quindi scende nella classifica delle performance ambientali del rapporto Germanwatch 2018, perdendo sette posizioni, e piazzandosi al 23° posto. Era al 16° nel 2017. Il rapporto, presentato alla conferenza Onu sul clima, misura le performance climatiche di 56 Paesi più l’Unione Europea nel suo complesso, che insieme contribuiscono al 90% delle emissioni globali.

Il podio resta vuoto, Svezia più virtuosa al 4° posto

Anche quest’anno nella classifica di Germanwatch 2018 il podio resta vuoto. Nessuno dei Paesi analizzati raggiunge infatti i risultati necessari a contrastare in maniera efficace i cambiamenti climatici, e supera la soglia critica di 1,5°C.

La Svezia, il Paese più virtuoso, si piazza perciò al 4° posto, segue il Marocco, grazie ai considerevoli investimenti nelle rinnovabili e a un’ambiziosa politica climatica. Tra i Paesi emergenti, riporta Adnkronos, l’India fa un importante passo in avanti posizionandosi all’11° posto, per le basse emissioni pro-capite e il considerevole sviluppo delle rinnovabili. E per la prima volta la Cina lascia le retrovie e raggiunge il centro della classifica (33°).

L’Unione Europea nel suo complesso fa un piccolo passo in avanti, e sale al 16° posto rispetto al 21° dello scorso anno. grazie a una politica climatica che ha l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 zero emissioni nette.

L’America di Trump indietreggia in quasi tutti gli indicatori

Trend negativo per la Germania (27°), dovuto alla quota ancora considerevole del carbone nel mix energetico nazionale, la mancanza di decisioni sul suo phasing-out, e l’assenza di una strategia per la decarbonizzazione dei trasporti.

In fondo alla classifica si posizionano Arabia Saudita (60°) e Stati Uniti (59°), che con la presidenza di Donald Trump indietreggiano in quasi tutti gli indicatori.

Segnali positivi giungono però dall’Alleanza per il Clima, composta da oltre 3000 tra Stati, città, imprese nazionali e multinazionali, università e college americani, e al lavoro per mantenere gli impegni assunti a Parigi attraverso un’azione congiunta che bypassi l’amministrazione federale.

Il Climate Change Performance Index di Germanwatch

Il rapporto di Germanwatch è realizzato in collaborazione con CAN e NewClimate Institute e, per l’Italia, con Legambiente. Germanwatch misura le performance dei vari Paesi attraverso il Climate Change Performance Index (CCPI), prendendo come parametro di riferimento gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e gli impegni assunti al 2030.

Il CCPI si basa per il 40% sul trend delle emissioni, per il 20% sullo sviluppo sia delle fonti rinnovabili sia dell’efficienza energetica, e per il restante 20% sulla politica climatica dei Paesi.