I media via web dominano nelle grandi città: e i giovani “sono” il loro profilo social

Non stupisce scoprire che le grandi città, con il più alto numero di abitanti (oltre 500.000 persone), rappresentino la più ricca piattaforma mediatica d’Italia. In queste aree, conferma il 16° Rapporto Censis, i consumi mediatici sono senilmente più alti che nel resto del paese, con picchi per quanto riguarda l’utilizzo di Internet. Nelle aree metropolitane, infatti, hanno preso più piede sia la mobile tv (31,6%) che la tv on demand (31,3%). Al contrario, nei centri urbani minori (fino a 10.000 abitanti) i consumi mediatici sono per la maggior parte al di sotto della media nazionale, con la sola eccezione dei quotidiani: il 40,5% di lettori, cioè il doppio rispetto alle grandi città.

La fruizione dei media a seconda delle fasce d’età

La piramide dei media dei più anziani vede al vertice la televisione (96,5%), con i quotidiani (54,6%) e i periodici (52,2%) collocati ancora sopra internet (42,0%) e smartphone (38,2%). Televisione e carta stampata, dunque, costituiscono le fonti principali per chi ha 65 anni e oltre. Una vera piattaforma di accesso digitale si presenta invece tra i più giovani. Tra chi ha 14-29 anni risultano appaiati internet (90,3%), tv (89,9%), telefono cellulare (89,8%) e social media (86,9%): in questo caso siamo compiutamente nel regno della transmedialità.

Per i ragazzi sovrapposizione tra se stessi e il proprio profilo social

Per quanto concerne la “costruzione della propria identità”, segnala il Rapporto, la famiglia costituisce ancora di gran lunga il primo fattore di identificazione. Lo è per il 76,3% degli italiani e in misura maggiore per gli anziani (83,5%). L’essere italiano (39,9%) e il legame con il proprio territorio di origine (37,3%) si collocano a poca distanza l’uno dall’altro. Segue il lavoro (29,2%), una leva di identificazione più forte tra chi ha una età compresa tra 30 e 44 anni (39,1%). Poi la fede religiosa (17,2%) e le convinzioni politiche (11,8%). Solo dopo viene l’identità europea (10,9%). Ma per il 3,5% è il proprio profilo sui social network a determinarne l’identità, e questa percentuale sale al 9,1% tra i giovani: uno su dieci.

La spesa per i consumi mediatici

La spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico dal 2007 al 2018 ha quadruplicato in valore (+298,9%, e oltre 7 miliardi di euro nell’ultimo anno), e quella di computer e audiovisivi è salita del +64,7%. I servizi di telefonia si sono assestati verso il basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-16,0%), mentre la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo (-37,8%), arrestato però nell’ultimo anno (+2,5%).