Didattica a distanza e lavoro sono inconciliabili per le mamme

Con i figli a casa da scuola per molte mamme risulta difficile poter continuare a lavorare. Infatti per il 65% delle mamme lavoratrici italiane la didattica a distanza e la professione risultano inconciliabili tra loro. Tanto che il 30% prenderebbe in considerazione l’idea di lasciare il lavoro per seguire i figli, se il ricorso alla Dad dovesse continuare. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Milano-Bicocca a livello nazionale su un campione di 7.000 genitori di circa 10.000 bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria. Al questionario hanno risposto per il 94% madri, con un’età media di 42 anni, e in grande maggioranza con un livello d’istruzione superiore. L’80% di queste sono donne lavoratrici che durante il lockdown hanno continuato a lavorare, il 67% fuori casa, e il 57% in modalità smartworking.

I lati positivi della Dad secondo i genitori

I ricercatori del dipartimento di Scienze umane per la formazione, formato da Giulia Pastori (coordinamento scientifico), Andrea Mangiatordi, Valentina Pagani e Alessandro Pepe, hanno approfondito come sono stati vissuti questi mesi di scuola “in casa” dai genitori, restituendo un bilancio finale e offrendo spunti di riflessione per il futuro. Dall’indagine, dal titolo Che ne pensi? La Dad dal punto di vista dei genitori, è emerso che molti genitori riconoscono come positivo il maggior utilizzo di tecnologie digitali per lo studio e la didattica, così come la possibilità di conoscere meglio le attività didattiche dei propri figli, e l’acquisizione di nuove competenze digitali da parte dei bambini, riporta Adnkronos.

Relazioni a distanza, troppi compiti e il difficile bilanciamento fra lezioni e tempo libero

Dall’indagine emergono però anche le perplessità e le difficoltà dei genitori a dover gestire l’attività scolastica dei propri figli all’interno delle mura domestiche. I genitori intervistati sottolineano infatti anche alcuni importanti aspetti negativi della Dad.

In particolare, le relazioni a distanza con i compagni e con gli insegnanti, la quantità di compiti da svolgere, che viene ritenuta spesso eccessiva, la scarsa varietà nella proposta didattica e il difficile bilanciamento del tempo dedicato alle lezioni, ai compiti e allo svago.

“La ripartenza della scuola è un’emergenza sociale di massima urgenza”

“La ripartenza della scuola, così come di nidi e scuole d’infanzia – spiega Giulia Pastori, coordinatrice scientifica della ricerca – è un’emergenza sociale di massima urgenza che è stata ed è ancora molto trascurata. Bisogna fare tutto il possibile perché ripartano e bene, ne va del benessere di bambini e ragazzi in primis, ma anche dei loro genitori, in particolare delle donne”.

L’esperienza della Dad, “ha reso ancora più evidente che abbiamo bisogno di una politica per la scuola – continua Giulia Pastori – al contempo tempestiva e lungimirante”.